mercoledì 15 dicembre 2010

Woodfloor pathology & hidden matters - Pavimenti in legno che si deformano?

Il legno è un materiale anisotropo è una specie di datalogger o registratore naturale di eventi termoigrometrici. Il legno si muove e si deforma in funzione dell’umidità che acquista o rilascia. Questo fenomeno “naturale” non è facilmente visibile nelle geometrie volumetriche (armadi, casse, colonne, ecc.) invece è facilmente visibile nelle geometrie estese o planari come quelle dei pavimenti in legno. Quando la vostra pavimentazione si deforma non allarmatevi soltanto per la estetica ed i commenti dei vostri invitati. Quando una pavimentazione in legno si deforma allarmatevi perché significa che l’ambiente dove abitate o lavorate è igienicamente insicuro e la vostra salute è a rischio (proliferazione funghi, batteri, asma, ecc.). Un albero ci può fornire circa 300 - 400 grammi di ossigeno al giorno, ogni essere umano ne consuma il doppio. Dunque, smettiamola di tagliare gli alberi per niente, per appagare la nostra vanità, cerchiamo piuttosto di cominciare a costruire o restaurare bene per ottenere ed abitare ambienti sani dove sia la nostra salute che la nostra pavimentazione in legno rimarranno stabili per molti anni. La instabilità dimensionale difficilmente è attribuibile al pavimento in legno (a patto che il materiale sia stabilizzato correttamente ad un valore di umidità tra 7 - 11% in peso) ma piuttosto del contorno progettuale e strutturale che lo circonda. Il legno inoltre possiede proprietà antibatteriche e la sua morfologia microstrutturale aiuta a depurare l’aria dei nostri ambienti, basta soltanto una brezza o una lieve variazione di pressione ambientale.
Roberto Madorno -  Research & Development Lab

20 commenti:

  1. deturpamento del patrimonio e crimediocrità organizzata
    Siamo nel 2010 circondati di tecnologia e informazione eppure si continuano a fare danni irreparabili su mobili antichi e opere artistiche di valore inestimabile ricorrendo ai sistemi di microonde convenzionali per esempio per ammazzare i tarli del legno. Esistono ancora gli “scienziati” del veleno o della anoxia del silofago (una specie di asfissia del tarlo con gas inerte) che sostengono di neutralizzare al 100% il problema ma la realtà è che non riescono mai a neutralizzare le sue super proteiniche e super resistenti uova (uova del tarlo). Basta parlare con un entomologo per confermarlo. Se ci fosse un programma speciale del tipo Striscia la Notizia dedicato a gli orrori nel campo del restauro si potrebbe andare avanti per almeno 20 anni con le segnalazioni di distruzione del patrimonio artistico e monumentale e tutto sotto la “tutela” dei nostri “evoluti, preparatissimi e intelligentissimi” impiegati statali……. hoppps pardon dirigenti delle sovrintendenze che lavorano come matti ……. Basta sentire la risposta che ti danno quando solleciti una loro definizione di “reversibilità” o basta vedere il loro sudore nella fronte e le loro aspre mani piene di calli di tanto “arduo lavoro”.
    Luigi M.

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  2. Traduzione a cura di bobmad
    Ho sentito parlare delle proprietà benefiche del legno per la prima volta in un incontro nel 1998 di scienza botanica a las cruces usa. E questa è la seconda volta nella mia vita che ne sento parlare. Uno dei miei cognati ha un grande negozio di vendita di pavimenti in legno in Italia e conosce molti posatori e periti del settore dei pavimenti in legno ma nessuno ha mai parlato di queste cose in Italia o non sono mai stati diffusi in maniera più insistente. Penso che questa nuova ottica del legno e cioè che il legno è un registratore di eventi termoigrometrici sia vera e bisognerebbe parlarne di più.
    eng. J. Dubin

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  3. Sono un posatore e rivenditore di pavimenti in legno e anch’io come te john non ho mai sentito parlare del legno e di queste sue proprietà di cui nessuno parla (forse qualche articolo perso nei meandri delle solite due riviste del comparto). Ma per quanto riguarda il fatto che il legno si comporta come un registratore all’inizio mi sembrava una stupidaggine ma oggi invece penso che sia vero perché ho sentito un mio collega che ha fatto fare una perizia e sono riusciti a calcolare la deformazione di alcuni elementi posati (e di seguito deformati a causa dell’umidità) e cosi facendo pare che abbiano calcolato quanta acqua doveva assorbire il legno per raggiungere una determinata deformazione. Era un contenzioso pesante ed il giudice alla fine ha sentenziato che la controparte doveva pagare al mio collega (anziano posatore da oltre 40 anni) sia il materiale che la posa perché il fenomeno non era colpa del posatore ma di un vizio occulto che non si poteva controllare o verificare a priori con i normali strumenti che usiamo noi posatori per verificare l’umidità dei pavimenti prima della posa. Premetto inoltre che c’era anche la barriera al vapore ma non so di che tipo, qualità o come fu posata.
    m. stefano

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  4. risposta dell’amministratore del blog a luigi melmac
    Caro Luigi, anch’io lavoro da decenni nel comparto del restauro non soltanto in italia, ho lavorato moltissimo all’estero, in medio oriente (scavi archaelogici e restauro dei manufatti). In Egitto per esempio ho trovato i tecnici e responsabili delle sovrintendenze molto attenti e preparati sul campo della tecnologia dei restauri, poi, se ci spostiamo verso Israele i livelli di preparazione dei tecnici e delle autorità delle sovrintendenze (incluso architetti) è altissimo. Ma la differenza è che a prescindere che si parli sempre di impiegati statali questa gente ama il suo lavoro in un modo quasi mistico, con un tocco direi di religiosità e totale dedizione, stiamo parlando di gente che non ha mai orari o che lavora più di 8 ore al giorno versando la propria passione sul campo e sotto il sole del deserto . Ma in Italia le cose non sono cosi angoscianti come dici tu, ho trovato anche nel nostro paese gente appassionata e preparatissimi in materia, è pur vero che purtroppo questi tecnici o responsabili vengono quasi sempre messi in disparte o addirittura minacciati persino dai propri dirigenti. Ne conosco parecchi, a prescindere dei grandi cambiamenti di questi ultimi anni sembra comunque che nella pubblica amministrazione si continui a premiare non la preparazione e professionalità ma semplicemente i rapporti politici e questo dispiace a te a me ed a tutti gli italiani (e perché non anche padani) che possiedono ancora un minimo di rispetto per la nostra terra e per le nostre tradizioni.
    bobmad

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  5. Infatti hai lavorato moltissimo all’estero beato te è per questo motivo che sei ancora pieno di ottimismo magari come tanti amici miei che mentalmente vivono nel paese di balocchi . Toglimi una curiosità da cosa hai capito che sono un leghista?.
    Luigi M.

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  6. Made in Italy made in India, Made in Africa, Made in China madeitagli boschivi nessuno parla?
    Attenzione amici che comunque potrebbero esserci anomalie sulla qualità del legno. Ho periziato pochi casi in cui il problema era riconducibile alla qualità del legno ma la probabilità (anche se relativamente bassa) esiste e come. Ricordo l’epoca in cui i cinesi iniziavano a imparare a produrre il parquet, si potevano trovare facilmente fenomeni di delaminazione a causa dei continui difetti produttivi, contenuto di sostanze inquinanti, incorretta stabilizzazione (da non confondere con la banale o comune essiccazione di processo).
    Oggi i Cinesi hanno imparato a produrre meglio e molti produttori importano navi di materiale già fatto (incluso in Italia) non fanno altro che confezionarlo e con questo passaggio inseriscono il marchio made in italy o made in ecc, ecc. La rintracciabilità è ancora una illusione in questo settore e la deforestazione è una conseguenza diretta di questo fenomeno.
    bobmad

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  7. Esiste un altro problema ancora più grave ed è tutto made in italy che consiste nel processo di finitura o verniciatura finale dei pavimenti in legno. Dato che il consumatore non è più stupido come una volta ed ha accesso a informazioni molto articolate e complete, oggi sono più frequenti le cause sulla tossicità delle superfici del legno soprattutto legate a ambienti dove giocano o vivono i bambini piccoli incluso asili nidi e scuole. Ho letto che le verniciature più resistenti sono a base di poliuretano e incluso la famosa oliatura catalizzata è sempre a base di poliuretano in mescola con altre resine di tipo acrilico ……. e sapete quale è il catalizzatore usato per il poliuretano? È il DBTL cioè dibutil laurato di STAGNO o qualcosa del genere. Ma non finisce qui ho seguito da vicino la vicenda di una azienda tedesca che si vanta di vendere prodotti naturali oleati con cere ed oli naturali ma se vai a leggere la scheda di sicurezza di queste cere e oli scopri che dentro la formula utilizzano il cobalto e il piombo come catalizzatore per far si che l’olio “naturale” si secchi più velocemente. Dunque Cromo, Stagno e addirittura Piombo, sostanze che magari si trovano ad una concentrazione al di sotto dei 50ppm ma che se presenti nel parquet o pavimenti in legno in genere non riescono a passare il test della salivazione (vedi normativa relativa) come per poter essere usati per asili nido, scuole o comunque abitazioni con bambini piccoli. La saliva ed il sudore si sa scioglie tutto e persino le resine più resistenti.
    Arch. G. Casarini

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  8. Ho un negozio di vendita e posa di pavimenti in legno e vorrei sapere il vostro parere in merito al comparto per il prossimo futuro, il prossimo anno.
    Felice Dalla Vecchia

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  9. Ci sarebbe tanto da parlare ma spesso è meglio tacere.
    I profeti o i “veri beppi grilli dell’economia” sono in pochi in Italia ma quando parlano si fanno sentire ……… se trovano il mezzo giusto per farlo (cerca la keyword: “eugenio benetazzo”). Nel 2004 parlai per la prima volta del tetro futuro del nostro comparto e dell’industria Italiana in genere sulla rivista Professional Parquet grazie al suo stoico editore ……. (il romantico chischiotte gabriele), ho ricevuto tantissime critiche: “disfattista, pessimista, ignorante, ecc, ecc. I pochi clienti che percorsero i miei consigli oggi (in tempo di grande crisi economica) continuano a lavorare molto bene e nella nostra patria Italia ma non solo, hanno ridotto al minimo il problema degli insoluti. L’economia ha valori numerici e matematici perfetti ma anche modelli teorici campati per aria (eccessivamente ottimisti) perché sono modelli senza coefficienti di valutazione reali e parametrici che servono soltanto a presentare una tesi di laurea o scrivere un articolo in più nel campo della ricerca. Il problema delle teorie matematiche poco parametriche non sono le equazioni ma la difficoltà di reperire coefficienti “reali” per riempire le equazioni e questa difficoltà è riconducibile ai metodi di survey, di ricerca statistica e censimento e la difficoltà di selezione di un campione veramente rappresentativo. Oggi persino il comportamento umano e sociale ha coefficienti ma anche variabili ed interdipendenza da altri coefficienti. Già nel lontano 2000 molti giornali non potevano non sapere dell’imminente crack della Parmalat ma nessuno ha mai avvertito la popolazione degli investitori. Se erano complici o ignari non lo sapremo mai. Chi crede nelle favole finisce sempre male, chi crede nella matematica riesce a prevedere e di conseguenza provvedere ……. e soprattutto tacere altrimenti ti addossano subito l’epiteto di stregone e ti mandano al rogo come è accaduto a Eugenio Benetazzo. Gli imprenditori con la p maiuscola (con le balls o intellettualmente evoluti) rimangono ancora in Italia, tutti gli altri rifinanziano il debito, chiudono per fallimento, ridimensionano o delocalizzano (fuggono all’estero). Caro Felice cosi come nel 2004 oggi io credo umilmente di sapere cosa accadrà nei prossimi anni ma una risposta cosi impegnativa non la inserirei certamente in questo blog. Mi scriva a bobmad@mhthermovision.com e sarò lieto di dire la mia senza il pericolo di finire sul rogo.

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  10. Sto progettando un complesso di 57 ville in Italia e 210 in medio oriente (alta qualità e target) con tecnologia idonea per il raggiungimento del basso impatto ambientale. Oltre ai calcoli termici teorici e gli interventi possibili in fase progettuale il nostro studio cerca un metodo di valutazione delle soluzioni adottate in fase costruttiva. Concordo sul fatto che il legno si comporti come un sensore di umidità e di conseguenza mi preoccupano assai i ponti termici. Complimenti per il blog.
    arch. Christian A.

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  11. Il tema è molto articolato e complesso e richiede una vera e propria consulenza in materia.
    Non voglio farla difficile ma la edilizia in realtà è una conformazione e congiunzione di tanti materiali, servizi, lavori ed esperienze che si trasformano in variabili endogene, se a queste variabili endogene sommiamo quelle del contesto ambientale la cosa diventa veramente complicata. Il segreto del costruire bene e senza patologie costruttive che si verificheranno dopo risiede nell’esperienza e conoscenza necessaria come per poter amalgamare perfettamente e senza contrasti tecnici tutti questi mattoncini che io chiamo variabili e che compongono un involucro abitativo. Per esempio i ponti termici o i subdoli flussi evaporativi o le false barriere al vapore o le case certificate klima che diventano una pentola a pressione con formazione di batteri e funghi sono un caso tipico di progettazione e/o utilizzo improprio (calcoli parametrici, ventilazione, condizionamento, sensori di misura dei parametri ambientali, ecc, ecc.).
    In Italia per esempio grazie alle normative e dpr vigenti che indirizzano il progettista a costruire correttamente e meglio il direttore lavori dovrebbe portarsi la tenda o la roulotte in cantiere accamparsi e vivere li dentro dall’inizio dei lavori fino al rogito………… assurdo ma vero.

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  12. D’accordo ma lei è in grado di consigliarci in questa fase si o no?
    I proprietari vogliono tutti pavimenti in legno di elevata qualità e vogliono sia i prodotti che i posatori tedeschi o italiani ma in germania (abbiamo contattato noti produttori) non siamo riusciamo a trovare la qualità di informazione e le spiegazioni che lei ed i suoi invitati citate nel suo blog .
    arch. Christian A.

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  13. Si certamente posso consigliarla nella fase dei calcoli termodinamici.
    Immagino che potrebbe essere una zona in medio oriente dove possa esserci un clima abbastanza caldo di giorno e se il target qualitativo degli immobili è alto come dice lei forse sarà previsto un sistema di condizionamento estivo a questo punto vorrei anticiparli che i problemi di ponte termico si verificano nelle due condizioni estreme e cioè caldo dentro freddo fuori e fresco dentro e caldo fuori.
    r.m.

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  14. La ringrazio, io e i miei soci saremmo di ritorno in italia tra circa 15 gg. Potrei avere il suo indirizzo di posata per contattarla direttamente? Lei parla inglese uk?
    arch. Christian A. - eng. H. Balagur

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  15. You can write me bobmad@mhthermovision.com
    I’m sorry about that …. no uk eng but usa eng only, however I speak three languages (eng, spanish , ita), I am grown and studied in usa however for products, installation, installers, maintenance and care instructions. On the other hands remember that a ground cover is essential as a steam barrier with joints lapped six inches and taped, however, the best things you can choose is a sandwich composite pad (0.1968498 to 0.3149597 inch and 25 to 100 microns thickness aluminium film).
    Remember also the permanent air conditioning and heating system should be in place and operational. The installation site should have a consistent room temperature of 65 - 75°F and humidity of 40-60% for at least 14 days prior, during and until occupied, to allow for proper acclimation. Remember also the installer / owner responsibility and agreement.
    r.m.

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  16. Richiesta interessante fatta dall’ing G. Roberti
    Ho tra le mani una perizia dove circa 1700 mq di pavimentazione di rovere lamparquet (distribuita in diversi appartamenti) si è letteralmente distaccata dal supporto. Nessuno sa se e come la barriera al vapore sotto il massetto è stata messa e tanto meno la qualità. Qualcuno sa se esiste una tecnica veloce e possibilmente non distruttiva per poter verificare se c’è la barriera al vapore? Magari il georadar?
    Ing. G. Roberti

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  17. Faccio il restauratore di mobili antichi e installo pavimenti in legno da oltre 25 anni e non ho mai sentito una richiesta simile, la cosa migliore secondo me è quella più semplice e tradizionale cioè scalpellare con cura il massetto per andare a cercare questa benedetta barriera al vapore.
    Luigi M.

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  18. Ho una strumentazione a raggi x digitale (radiografia)
    Con la quale è possibile verificare la composizione stratigrafica in tutto il suo spessore incluso la struttura. Ho già fatto alcune indagini di questo tipo in casi molto particolari ma la tecnologia richiede prima di tutto che tra la parte superiore del pavimento in legno e la parte sottostante la struttura (appartamento, garage, cantina o locale sottostante, ecc.) ci sia il libero accesso. Inoltre, trattandosi di raggi X anche se a bassissima intensità è richiesto l’allontanamento delle persone non addette ai lavori di indagine. Se la barriera al vapore è in plastica di colore nero (generalmente colorata con carbon black) la verifica è ancora più facile e precisa. Ho anche un georadar ma la sensibilità, definizione di immagine e l’array delle onde elettromagnetiche riflesse non sono idonei per la verifica di un foglio di plastica.
    ing r.m.

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  19. Tante belle parole e tanti dati tecnici interessanti ma rimane il fatto che nessuno e dico ancora nessuno è in grado di consigliarci come fare per cavalcare la crisi. Soldi e tempo persi in corsi, incontri, manifestazioni delle c.c. e abbiamo persino letto gli articoli di riviste specializzate del settore parquet dove qualche improvvisato cervellone ci propina “appunti di sociologia” e ci riporta una esperienza americana dove a prescindere dal fato che l’economia è disastrata il tessuto culturale e sociale è completamente diverso dal nostro (basti pensare ai livelli di tutela del consumatore o alla velocità delle sentenze in caso di contenziosi). Interessante articolo ma questo don Giovanni potrebbe rimanere in usa e forse fare qualche master di socioeconomia o econometria italiana cosi potrebbe tornare in italia e guadagnarsi sia un minimo di dignità personale che …. degnamente lo stipendio scrivendo magari qualche consiglio più utile anziché riempire spazzi di una rivista di livello ed unica nel suo genere che meriterebbe di meglio.
    arch. l. s.

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  20. Si, è vero ho letto quel articolo, ma nel nostro caso le cose sono andate un tantino meglio, esiste gente che ci ha fornito idee per vendere meglio in italia incluso in questo periodo di forte crisi. Nei nostri incontri periodici abbiamo invitato Viscardi, Mauro Errico ed altri tecnici che oltre a fornirci consigli tecnici hanno presentato temi importantissimi per il nostro sviluppo marketing come per esempio le caratteristiche nascoste del legno proposte nei meeting di Madorno un tema interessantissimo sul quale nessuno ha mai scritto o pubblicato niente di serio, i clienti escono convinti che è meglio il legno (i nostri pavimenti Tilo) che i resilienti per tantissimi motivi.
    Luca M.

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